Periodo liturgico: Annunciazione

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Maurizio Frisinghelli, Annunciazione
Vangelo di riferimento: Luca 1,26-38

Un corpo da contemplare e interrogare

C’è una festa del tutto particolare che nel cammino della Quaresima interrompe digiuno e penitenza perché celebra la venuta di Gesù sulla terra nel misterioso incontro tra Dio e l’umanità nel grembo di Maria. È l’«Annunciazione del Signore». Se la narrazione contenuta nel Vangelo secondo Luca (1,26-38) è da sempre stata presente nella vita delle comunità cristiane, soprattutto legata al Natale del Signore, la festa liturgica del 25 marzo s’inizia in Palestina quasi certamente nel IV secolo. La festa che in oriente dal secolo successivo comincia a prendere nel titolo di «Annunciazione della Beata Vergine Maria» una connotazione mariana, si diffonde (secolo VII) prima in Spagna e poi a Roma. In ossequio alle nuove direttive liturgiche del Concilio Vaticano II, Papa Paolo VI nel 1974 riprese nella celebrazione il valore originario del riferimento all’annuncio della nascita del Signore mantenendo anche il rimando mariano («Per la solennità dell’Incarnazione del Verbo, nel Calendario Romano, con motivata risoluzione, è stata ripristinata l’antica denominazione di “Annunciazione del Signore”, ma la celebrazione era ed è festa congiunta di Cristo e della Vergine»).

Leggiamo il brano evangelico attraverso la formella «Annunciazione» realizzata da Maurizio Frisinghelli nel 1997. È evidente che quanto sta accadendo all’adolescente di Nazaret viene dall’oltre, evidenziato dalla spaccatura voluta dall’artista roveretano tra il pannello che porta i segni azzurri dell’improvviso irrompere del cielo e la parete dell’interno della casa. «L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”». Nel progetto di vita di Maria fa irruzione l’angelo/messaggero con la proposta dell’amore infinito di Dio, offerta e non imposta come lascia intendere la mano angelica. Nasce un dialogo tra la donna che fissando l’angelo quasi si ritrae dallo stupore e il rappresentante divino dove le pertinenti domande di Maria assomigliano alle nostre e ai nostri perché.

Alla fine l’adolescente si fida e si affida a Dio: «Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei». Anche il colore del Cielo è entrato dalla finestra e sta inondando la casa.

A partire dalla Bibbia sono numerosi i simboli che nella poesia, nella pittura, nella mistica, nella storia si riferiscono a Maria. La scrittrice Laura Bosio nell’opera «Annunciazione» ce ne ricorda uno in particolare: «Maria. Un libro. Un corpo sigillato da contemplare, da interrogare, da interpretare […]. Un testo difficile da comprendere in cui la mano del Padre ha scritto il Verbo incarnato […]. Scriba ispirato: lo Spirito Santo. Stilo infallibile: la lingua di Dio».

don Tarcisio Tironi

direttore M.A.C.S.