Commento al Vangelo

ADRIAN PACI, NASCITÀ DI GESÙ

Il pittore d’origine albanese, a quell’epoca trentacinquenne e poco conosciuto, che oggi ha un ruolo da protagonista nel panorama contemporaneo, si è attenuto al testo evangelico, raffigurando, anche per noi quanto hanno visto i pastori: un bimbo con i genitori. Secondo l’antica tradizione ha aggiunto l’asino e il bue, presenze attive e partecipanti. Le figure, dipinte con colori tenui e quasi in trasparenza, sono come collocate in ogni ambiente e contesto, e sembrano cercare casa, chiedendo ospitalità a chi guarda. Maria al centro, tiene in braccio come ogni mamma il figlio suo e figlio di Dio. Ce lo mostra, invitandoci con il suo sguardo a scoprire in lui bellissimo, il misterioso dono dall’alto, la conferma dell’amore divino fattosi carne. Paci veste la Madre con abiti rosso e blu, secondo la tradizione: il rosso, colore del sangue, ricorda l’umanità mentre l’azzurro/blu rappresenta la trascendenza e il divino. L’ampio e lungo manto evoca il determinante intervento divino: «Lo Spirito Santo scenderà su di te». Giuseppe, in secondo piano, ci assomiglia. Da dietro, più osserva la moglie e Gesù più crescono nella mente e nel cuore dubbi, perplessità, interrogativi. La posa e la figura grigia, senza alcun colore, lo confermano. 

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UGOLINO DA BELLUNO, MISTERO PASQUALE

Al centro della grandiosa opera musiva (metri 4x8), creata nell’alternanza tra tessere bianche e nere quasi a dire la movimentata contemporaneità nella vita tra luce e buio e tra bene e male, cattura lo sguardo un cuore rosso, ardente d’amore Paterno, vivo e palpitante come s’evidenzia dalle ondulazioni che tutto l’avvolgono. L’artista offre una chiave di comprensione della strofa della sequenza pasquale («Victimæ Paschali Laudes», XI secolo) che, tradotta dal latino, canta: «Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo».

Gesù Cristo muore crocifisso su un albero scuro, attorniato da spine, ben piantato in terra, che nel «titulus» scritto in tre lingue (ebraico, greco, latino) porta il motivo della condanna: Gesù Nazareno, Re dei Giudei. Come le spine toccano la figura di Gesù Cristo risorto, si trasformano in rami vivi e a colori, pieni di fiori e di frutti. È il Mistero pasquale presentato da Ugolino mediante l’accostamento efficace del solenne Crocifisso all’imponente Risorto, citazione del capolavoro di Piero della Francesca, con in basso il grido di gioia: «Alleluia!».